Il Pecorino di Farindola, tipico prodotto agro-pastorale è infatti un concentrato naturale di tutti gli aromi e le essenze del nostro territorio, raccolte nel latte delle pecore, immancabili nel panorama dell’Abruzzo interno, e sapientemente allevate dai nostri agricoltori.
E che dire poi dell’antico procedimento di lavorazione, completamente manuale, che ha come ingredienti fondamentali le mani delle donne ed il tempo.
Il latte appena munto viene filtrato con una tela di lino e fatto cagliare con un estratto naturale di stomaco di suino allevato in casa. Anche questa usanza ne fa un prodotto unico al mondo, e la ricetta del caglio, fatto in casa, è diversa da famiglia a famiglia e ripropone l’antico connubio tra la pecora ed il maiale, tanto caro alla nostra civiltà contadina e gastronomica.
La cagliata viene rotta a mano in grani piccoli e posta nelle fiscelle di vimini intrecciati dove asciugherà per quasi un giorno e dove viene salato in superficie, poi comincia il paziente lavoro di stagionatura in formaggere di legno e poi ancora in vecchie madie e bauli antichi, sempre di legno. Le forme vanno girate ed unte con olio di oliva ed aceto per formare la tipica crosta protettiva.
Dopo circa tre-quattro mesi il formaggio è già ottimo, profumato intensamente di erbe e latte, con un aroma deciso e persistente, ancora friabile e morbido ad un tempo, va tenuto in bocca per un po’ per far sprigionare tutte le essenze che ne compongono il sapore. Il gusto è forte ma non urta il palato; è un gusto antico, grezzo all’inizio e poi generoso e sorprendente, come le nostre montagne.
Già, le nostre montagne e colline, quelle che guardano il mare da sotto la catena del Gran Sasso.
Il “Pecorino di Farindola” si chiama così prendendo spunto da un manoscritto del 1500 in cui si parla di una forma di pecorino ricevuta a Farindola e per la precisione a cinque miglia da essa procedendo verso nord quindi tra Farindola ed Arsita dove si trova anche attualmente il cuore più vitale dell’intera zona tipica di produzione.Questo formaggio così rinomato è tipico di tutta la zona Alto Vestina,(territorio situato a cavallo delle Province di Teramo e Pescara )e la zona tipica di produzione individuata dal Consorzio di produttori comprende i Comuni di: Carpineto Nora, Villa Cieliera, Montebello di Bertona, Farindola, Arsita e alcune zone di Penne, Bisenti, Civitella Casanova, Castelli.
Si è voluto cosi intraprendere un percorso che porti alla rivitalizzazione del nostro territorio, evidenziando il valore ambientale come fonte di economia per le popolazioni residenti, che per la prima volta vedono riconosciuti i meriti della propria cultura contadina, proiettata verso un incremento di possibilità di vita nei luoghi sempre cari ma spesso avari di soddisfazioni.
E della valorizzazione dei luoghi potranno trarre beneficio le attività collegate, il turismo informato ed educativo di chi visita con rispetto le aree protette, il commercio di altri prodotti locali, l’artigianato rifiorente.
Questo è forse un obbiettivo ambizioso e difficile, ma qui si gioca la vita futura del nostro territorio.